martedì 20 dicembre 2016

Eneide I - "Già d'allora il tuo nome io conoscevo"



L'Eneide comincia "in medias res", con le venti navi troiane alla ricerca della terra di Esperya (l'Italia), dove Enea spera di trovare una seconda patria, come stabilito da una profezia. Ma la dea Giunone (è adirata per tre motivi: perché ha perso la gara di bellezza contro la madre di Enea, perché la sua città favorita, Cartagine, è destinata ad essere distrutta dalla stirpe troiana nata da una relazione tra Zeus ed Elettra,perché Ganimede era stato scelto quale coppiere al posto di Ebe, la figlia di Giunone) riesce a farli naufragare in Libia. Compiuti i sacrifici rituali, Enea va in esplorazione e vede una città in costruzione è Cartagine
[Testo integrale]


[LA CITTÀ' OPEROSA]

626. Quelli mossero allor per il sentiero
627. e furon presto su l'eccelso colle
628. che, sovrastando la città, dall'alto
629. dòmina a fronte le turrite mura.
630. Le moli, che pur ora eran capanne,
631. guarda ed ammira Enea, mira le porte,
632. l'alto clamor, le lastricate strade.
633. Vasta e febbrile è l'opera dei Tirii:
634. chi con le braccia vòltola macigni
635. per alzare l'acropoli e le mura,
636. chi sceglie il luogo della sua dimora
637. e lo cinge d'un solco. Altri le sedi
638. per le magistrature e per le leggi
639. disegnano e per l'ìnclito senato;
640. altri scavano il porto; altri, ponendo
641. le fondamenta per un gran teatro,
642. scalpellano dal marmo alte colonne
643. per ornamento alle future scene.
644. Così le api alla stagion novella
645. s'affaticano al sole in mezzo ai fiori
[...]
654. <<Oh voi felici, che già i muri alzate
655. della vostra città!», proruppe Enea
656. contemplando gli aèrei fastigi;
657. e avvolto nella nube (oh maraviglia!)
658. entro la moltitudine si spinse
659. e, invisibile a lei, vi si confuse.



[IL TEMPIO ISTORIATO]
661. In mezzo alla città sorgeva un bosco
662. giocondissimo d'ombre ove i Fenici,
663. sbalestrati dai turbini e dall'onde,
664. avean scavato il simbolo augurale
665. a lor predetto dalla Dea Giunone:
666. un teschio di cavallo impetuoso;
667. onde per molti secoli la gente
668. ricca d'agi sarebbe e insigne in guerra.
669. Ivi un tempio a Giunone edificava
670. la sidonia Didone, un vasto tempio
671. ricco di doni e del favor del Nume:
672. di bronzo, sui gradi, eran le soglie,
673. di bronzo gli architravi, e tutte in bronzo
674. stridevano sui cardini le pone.
675. E là nel bosco un inatteso aspetto
676. placò l'ansia di Enea, che finalmente
677. sperò salvezza, e al misero suo stato
678. guardare osò con più fidente cuore,
679. Ché mentre ai piedi dell'immenso tempio,
680. aspettando il venir della regina,
681. egli lo contemplava in ogni parte,
682. mentre ammirava l'opulenza tiria,
683. la gara degli artefici, l'industle
684. pregio dell'opre, in ordine disposte
685. egli vide le iliache battaglie
686. e la guerra già nota in tutto il mondo:
687. Priamo, l'Atride e ad ambi infesto Achille.
688. Stette e ad Acate lagrimando disse
689. <<Qual luogo ormai, quale contrada al mondo
690. piena non è delle sciagure nostre?


[...]699. Che vedea, guerreggianti intomo a Troia,
700. di qua Greci fuggire, e teucri eroi
701. perseguirli; di là Frigi, e col carro
702. premerli a furia il cimierato Achille
703. E poco lungi riconobbe, e pianse
704. I padiglioni candidi di Reso
705. che a tradimento, nel suo primo sonno,
706. Diomède assali, rosso di strage,
707. traendo seco i fervidi cavalli
708. che ancora non avevano gustato
709. l'erbe di Troia né bevuto il Xanto.
710. Vide altrove fuggir, perdute l'armi,
711. Tròilo, infelice giovine disceso
712. contro il Pelìde ad impari duello,
718. [...] Frattanto
719. le troiane ascendean, sciolte le chiome,
720. verso il tempio di Pàllade nemica
721. recando un peplo, e supplici ed afflitte
722. il seno si battevano; con gli occhi
723. bassi all'opposta parte ella guardava.
724. Tre volte Achille aveva trascinato
725. Ettore intorno ad Ilio e a prezzo d'oro
726. vendeva la sua salma inanimata.
727. Che gemito mando dal cuor profondo
728. quando il carro miro, le spoglie e il corpo
729. del suo compagno, e Priamo nell'atto
730. di tendere le palme disarmate!
731. Anche sé riconobbe in mezzo ai greci
732. principi, ed anche le falangi Eòe,
733. forze del negro Mèmnone. Guidava
734. Pentesilèa lo stuolo delle Amàzoni
735. dagli scudi lunati, infuriando
736. entro la mischia innùmere: guerriera
737. che avea succinto in alto, sotto il seno,
738. un bel cingolo d'oro e che, fanciulla,
739. osava mlsurarsi con gli eroi


.
[LA REGINA DIDONE]
741. Mentre il dardanio Enea pur contemplava
742. quelle scene mirabili, e stupiva
743. fisso ed immoto in quella sola vista,
744. ecco avanzarsi la regina al tempio,
745. ecco Didone, fiore di bellezza,
746. in mezzo a folto giovanil corteggio.
747. Come Diana in riva dell'Eurota
748. pei gioghi del Cinto adduce i cori,
749. e mille e mille Oreadi seguaci
750. si affollano dovunque a lei d'intorno;
751. ella con la farètra su le spalle
752. plocede innanzi e tutte le sovrasta
753. dl statura, e a Latona una dolcezza
754. silenziosa intenerisce il cuore;
755. tal Didone apparia, con tal letizia
756. la regina scendea tra le sue genti
757. l'opre incitando del novello regno.

Enea vide venire al tempio i compagni Antèo, Sergesto e Cloanto che credeva dispersi. La regina li accolse "chi la stirpe degli Enèadi ignora, le imprese, i duci, la città di Troia e il vasto incendio dell'immensa guerra? Non animo sì rozzo hanno i Fenici! Oh se qui, spinto dagli stessi vènti, anche il re vostro Enea fosse con voi!"






[APPARIZIONE Dl ENEA]
881. la circonfusa nuvola si scisse
882. e si dissolse nell'aperto cielo.
883. Fulgido in chiara luce apparve Enea
884. simile a un Dio negli omeri e nel volto885. poi che gli aveva la sua stessa Madre
886. fatte adorne le chiome, e nello sguardo
887. gli aveva infuso un fascino raggiante
888. e un ardente fulgor di giovinezza;
889. come aggiunge l'artefice splendore
890. all'avorio all'argento al marmo pàrio
891. quando intorno v'intàrsia il fulgid'oro.
892. Tale Enea d'improvviso a tutti apparve
893. e così si rivolse alla regina:
894. <<Ecco quei che cercate; il teucro Enea>>[...]


922. E la sidonia Didone disse:


923. <<O figlio della Dea, quale destino


924. t'incalza in tante avversità? Qual forza
925. ti volse a queste inospiti contrade?
926. Sei tu l' Enea che Venere divina
927. al dardànide Anchise ha generato
928. su l'acque del dardànio Simoènta?
929. Ben io ricordo che a Sidòn già venne
930. Teucro, espulso dai suoi, quando cercava
931. col soccorso di Belo un nuovo regno
932. e fu nel tempo che il mio padre Belo
933. metteva a sacco l'opulenta Cipro
934. e la vinse e la tenne in signoria.
935. Già d'allora il tuo nome io conoscevo
936. ed il crollo di Troia e I re Pelasgi.

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