Valentina Ascani (a cura di)
HUME mette a
confronto monoteismo e politeismo,mettendone alla luce pregi e difetti. Alla
fine,egli afferma che il politeismo è più tollerante del monoteismo. In
queste pagine, si legge che gli antichi miti potevano anche essere basati su
fatti realmente accaduti, che poi venivano stravolti nelle forme e nel
contenuto per essere usato come mezzo per ingannare il popolo.
Nelle pagine
trattate,si analizzano varie antiche popolazioni,tra cui i
romani,i graci,gli egizi,gli islamici e i persiani.
Secondo Hume,nella storia naturale della religione l’atteggiamento
religioso è,infatti,ricondotto al sentimento di timore e speranza che ciascun
uomo prova naturalmente davanti alla forza della natura e al mistero della vita
e della morte.
Questo sentimento ha
portato prima alla nascita del politeismo,dove gli uomini spiegano l’avvenirsi di determinati eventi alle
divinità,cui attribuiscono i caratteri che riscontrano in se stessi.
Solo in un secondo
tempo,gli uomini sono passati dal politeismo al monoteismo,indotti soprattutto
dall’esigenza di rendere sempre maggiori onori alla divinità che temono e
quindi di rappresentarla in maniera sempre più pura e distinta dall’uomo. Il
culmine di questo processo è la rappresentazione di un Dio unico,perfetto e
infinito,dal momento che al di là dell’infinito non vi è più nulla di
concepibile.
Le religioni
monoteistiche liberano così l’uomo dall’adorazione e dalla superstizione
proprie del politeismo ma, a causa dell’unicità del Dio in cui credere,esse
sono anche causa di intolleranza e fanatismo che erano del tutto sconosciuti
alle prime rappresentazioni delle divinità.
Francesca Scoccianti
David Hume in questo testo fa un confronto tra monoteismo e politeismo, individuando pregi e difetti di tutti e due e arrivando alla conclusione che il politeismo è più tollerante del monoteismo. Qualsiasi pratica e opinione del politeismo può essere autorizzata ed all’impostura viene lasciata libertà di imporsi sulla credulità. L’idolatria ammette che anche gli dei di altre sette e altri popoli partecipino del divino e rende compatibili tra loro gli dèi con i riti, cerimonie e tradizioni. Il teismo invece presuppone un solo Dio perfetto e vuole presentare all’uomo i motivi più convincenti di giustizia. Questi vantaggi sono limitati dagli inconvenienti che nascono dai vizi e dai pregiudizi umani. Ogni setta è sicura che la propria fede e il proprio culto siano accetti alla divinità e nessuna pensa che lo stesso essere potrebbe gradire riti o principi diversi, le varie sette maturano sentimenti ostili. Le divinità delle varie religioni egiziane erano diverse specie di animali, i quali, in continua lotta tra loro, impegnavano anche i loro seguaci nella stessa contesa. L’Islamismo parte da principi anche più sanguinari ed ancora oggi promette dannazione eterna a tutte le altre sette. Il politeista invece è così tollerante che, per quanta fierezza e avversione possa incontrare da parte di una religione opposta, non riesce a provare ripugnanza e a tenersene distante.
Francesca Scoccianti
David Hume in questo testo fa un confronto tra monoteismo e politeismo, individuando pregi e difetti di tutti e due e arrivando alla conclusione che il politeismo è più tollerante del monoteismo. Qualsiasi pratica e opinione del politeismo può essere autorizzata ed all’impostura viene lasciata libertà di imporsi sulla credulità. L’idolatria ammette che anche gli dei di altre sette e altri popoli partecipino del divino e rende compatibili tra loro gli dèi con i riti, cerimonie e tradizioni. Il teismo invece presuppone un solo Dio perfetto e vuole presentare all’uomo i motivi più convincenti di giustizia. Questi vantaggi sono limitati dagli inconvenienti che nascono dai vizi e dai pregiudizi umani. Ogni setta è sicura che la propria fede e il proprio culto siano accetti alla divinità e nessuna pensa che lo stesso essere potrebbe gradire riti o principi diversi, le varie sette maturano sentimenti ostili. Le divinità delle varie religioni egiziane erano diverse specie di animali, i quali, in continua lotta tra loro, impegnavano anche i loro seguaci nella stessa contesa. L’Islamismo parte da principi anche più sanguinari ed ancora oggi promette dannazione eterna a tutte le altre sette. Il politeista invece è così tollerante che, per quanta fierezza e avversione possa incontrare da parte di una religione opposta, non riesce a provare ripugnanza e a tenersene distante.